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DESIGN 2013/14 n 1 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-1.blogspot.it/

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DESIGN 2013/14 n 2 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-2.blogspot.it/

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DESIGN 2013/14 n 3 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-3.blogspot.it/

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mercoledì 9 aprile 2014

*meno 3 post - Nylon: figlio di una famiglia eclettica

ok! era già inserito, in parte, nella lezione 10.cp
7a correzione - 3 post. correggere, insomma se io scrivo: poi nella medesima didascalia: Produzione Delfion. Calza Dior/produzione Delfion.
possibile che appena lo riscrive lei sbagli ancora? avevo già corretto:  Nei messaggi della SI-SI 
che fine ha fatto questa parte?Anche la Bemberg inizia la produzione del filo poliammidico, che, in omaggio al lago su cui si affaccia lo stabilimento, assume il marchio “Ortalion”. /della Bemberg.  ? cioè? "ritroveremo al servizio della Bomber" cos'è uno schiavo? e poi Bomber cosa? se lei parla di qualcosa va illustrato, altrimenti tolga l'intero periodo.
cp
sesta correzione. 
meno 2 post (ovviamente da scalare a valutazione del post ultimato), e ancora correggere. cp
Ogni polimero sintetico ha un proprio nome, ma è spesso commercializzato con prodotti di fantasia, generalmente di proprietà dei produttori. Nylon prima fibra organica artificiale è il nome commerciale della Du Pont de Numeros ad una resina poliammide ottenuta nel 1938 da Wallace Hume Carotheres. Il nome deriva dalle iniziali dei nomi delle mogli dei ricercatori coinvolti nel  progetto: Nancy, Yvonne, Leonella, Olivia e Nina. Il Nylon venne utilizzato nella II guerra mondiale per la realizzazione dei paracadute, così come si diffuse la convinzione  che derivasse dalla frase Now You Lose Old Nippon" Cecilia Cecchini, Plastiche: I materiali del possibile/ Polimeri e compositi tra design e architettura, Alinea Editrice s.r.l. - Firenze 2004, pag 39 - http://www.academia.edu/1405454/Plastiche_i_materiali_del_possibile._Polimeri_e_compositi_tra_design_e_architettura

Appartiene alla classe dei polimeri sintetici, chiamati anche poliammidi usati in special modo come fibre tessili. Ha molte caratteristiche: è tenace, resistente all’acqua, si presta a molti tipi di lavorazione. http://www.treccani.it/enciclopedia/nylon
Immagine1- formula chimica

da : it.wikipedia.org/wiki/Nylon






“Questo materiale fa parte di una famiglia mutante. Le tecniche di lavorazione e gli additivi, dunque, possono diversificare profondamente le prestazioni e l’aspetto dei polimeri, ciò complica non poco la loro identificazione. Lo Stesso polimero può risultare rigidissimo e compatto o elastico e spugnoso, così come totalmente opaco o perfettamente trasparente. Si realizzano con il Nylon le calze da donna o ancora, gli ingranaggi dei motori, le protesi ossee, i film per l’imballaggio alimentare, le pavimentazioni, gli airbag. Tutto con lo stesso polimero che assume le caratteristiche richieste: dalla morbidezza dei filati alla durezza delle rondelle alla resistenza dei paracadute.”
Cecilia Cecchini, op. cit.
Sono gli anni Cinquanta quando una nuova rivoluzione si espande subito negli Stati Uniti e in Europa, quella delle calze senza cucitura  e subito diventa quello  che le donne vogliono.
I progressi tecnologici rendono il nylon meno costoso e, dunque, più accessibile. Capostipite delle fibre sintetiche il  nuovo materiale, da poco inventato, che ben si presta per resistenza alla fabbricazione delle calze. Una vera svolta, quest’indumento di moda è  irrinunciabile per moltissime donne.
In questo modo venne creato un accessorio utile, resistente, facile da gestire e in una fibra che contrariamente alla seta o altro tessuto lo rende anche più economico. Il bello del collant è la capacità di coprire totalmente gambe e glutei, proteggere dal freddo, con una vestibilità massima e semplice. Molte donne trovarono subito i collant molto più comodi delle calze, firmando così il declino delle calze e del reggicalze.
Il Collant spopola, soprattutto quando Mary Quant inventa la minigonna ed è subito un delirio delle fashioniste dell’epoca. E’ il 1965 l’anno di nascita della minigonna e per i collant è un vero e proprio trionfo! È la rivoluzione della moda e del costume. Le stelle più celebri ed ammirate del cinema e delle passerelle consacrano i collant come arma di seduzione.
Le gonne si accorciano e non c’è il rischio di avere calze e reggicalze a vista, il collant liscio e di vario spessore copre e non mostra. Il collant coprente s’impone come nuovo argomento di moda, frutto dell’incontro fra la tecnologia della maglia su circolare con i nuovi filati di nylon testurizzato fino ad arrivare alla Lycra. Nuovo filato sempre prodotto dalla Du Pont.
Pubblicità calze Cristian Dior - progetto grafico
di René Gruau - produzione Delfion


Negli anni '60 le prime calze griffate  sono  quelle di  Christian Dior, la cui immagine, essenziale e ancora attualissima, è affidata alla splendida matita di René Gruau, grande illustratore del XX secolo che con i suoi figurini di donna in stile Déco, ha fatto la fortuna delle grandi maisons. Nel medesimo messaggio (Calza Dior / produzione Delfion) viene mostrato il marchio della fibra.
La Delfion, prodotto dall’italiana B.P.D. (Bombrini Parodi Delfino) è stata, una media azienda chimica, forse più nota al pubblico per gli insetticidi e i prodotti per la casa, che, in quel periodo, è stata attiva anche nel campo delle fibre. 

Pubblicità calze Si-Si - produzione Rhodiatoce
L’immagine fotografica, nella pubblicità fu introdotta da un altro marchio apparso negli anni '60, quello delle calze SI-SI,  mostrando una signora elegante che si confronta con la propria immagine sfocata, e letteralmente priva delle gambe, spiegando di essere diventata una donna elegante solo dopo aver adottato le calze SI-SI: “…le mie gambe, motivo di tanta angustia, acquistarono d’un tratto un seducente risalto”. Nei messaggi della SI-SI è costante l’abbinamento con il marchio nylon Rhodiatoce”, che è stata tra le più importanti aziende italiane operante nel settore delle fibre. La pubblicità  mostra la donna sempre in atteggiamento di grande e compiaciuta soddisfazione, ora perché “Sa di essere ammirata…e questo la rende felice”, ora perché indossare calze SI-SI è un “inesprimibile piacere”.


 Pubblicità calze - produzione Scala d'oro Rhodiatoce
Anche le aziende che producono filati e fibre si dedicano alla comunicazione e alla pubblicità: negli anni ’60 la Rhodiatoce ribadisce la qualità della fibra con una propria campagna che rafforza l’immagine della marca, lanciando lo slogan “tutto il meglio è nylon modificando anche il marchio in Scala d’Oro RhodiatoceL’immagine concentrata sulle gambe di una donna che scende da una Seicento a testimoniare un contesto di modernità e agiatezza che si poneva ai vertici del “lusso possibile” per il medio consumatore di quegli anni.

 Pubblicità calze - produzione Ortalion - progetto grafico René Gruau









Anche l’azienda Bemberg (è stata una azienda tessile sorta in Germania) agli inizio del novecento inizia la produzione del filo poliammidico, che, in omaggio al lago su cui si affaccia lo stabilimento, assume il marchio “Ortalion”. E’ di quegli anni l’inizio della collaborazione con René Gruau, che firmerà l’immagine Bemberg per molti decenni.

http://calzediseta.wordpress.com/category/un-po-di-storia-delle-calze/page/2/






E tra le tante sperimentazioni  Salvatore Ferragamo vince il Premio Neiman Marcus, l’Oscar della Moda. Con “Il sandalo  invisibile
Immagine 2- Bozzetto prototipo
Immagine 4- Bozzetto prototipo
Immagine 3- Bozzetto prototipo
Del 1947  è l’ideazione di una tomaia a filo continuo, costituito da un elemento filiforme trasparente di nylon che dà vita al sandalo invisibile. Scrive Salvatore Ferragamo nella sua autobiografia: “Presi un lungo filo di nylon trasparente lo attorcigliai e lo 
avvolsi intorno ad un tacco ‘scolpito’. Il risultato fu la scarpa ‘invisibile’. Non fu mai un articolo molto venduto perché lasciava il piede così nudo che poche donne erano disposte ad accettare una sfida totale alla bellezza dei loro piedi”. Il sandalo invisibile costava negli Stati Uniti 29.75 dollari, l’equivalente di quattro tonnellate di carbone. Si tratta di una delle calzature più famose del dopoguerra.
Immagine 5- Realizzazione Sandalo Invisibile 

http://www.museoferragamo.it/scopri-invisibile.php
Fonti Immagini

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