bene Marco, utilizzeremo il suo post nella prox Lezione 11 e caricherò la valutazione sulla sua Graduatoria.
Architetto
e designer appartenente alla corrente del razionalismo italiano, Franco Albini inizia la
propria attività lavorativa agli inizi degli anni ’30 del ‘900. Laureatosi nel
1929 in architettura, apre il proprio studio professionale due anni più tardi e
inizialmente realizza per lo più progetti di mobili d’arredamento. Nella sua
vita lavorativa Albini ha progettato edifici, singole case o interi quartieri,
ha allestito mostre, ha sistemato musei e disegnato mobili. " Architetto e progettista dall'indole silenziosa
e perfezionista, persegue una fede quasi mistica nel ruolo sociale della sua
professione e si connota come architetto della leggerezza, delle linee ferme, semplici
e correttissime poiché, come egli stesso afferma, ”sono i vuoti che occorre
costruire, essendo aria e luce i materiali da costruzione".
Nel corso della sua carriera Albini collabora con le più
moderne aziende dell’epoca tra cui Brionvega, Cassina, Arflex, Arteluce e
Poggi. Molti sono gli arredi da lui realizzati come la libreria Veliero, pura
struttura ispirata ai pennoni di una nave, la poltroncina smontabile Luisa,
dedicata alla moglie, la poltrona Margherita, la poltrona Fiorenza e tanti
altri.
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da sinistra : la poltrona "Tre Pezzi" (1959); Tavolino "Cicognino" (1953); libreria "Veliero" ( 1938) |
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Libreria "Veliero" ( 1938) |
Realizzata nel 1938 come unico prototipo per il suo
appartamento a Milano la libreria “Veliero si ispira nella forma e nella
struttura a stralli e velature di un’imbarcazione velica. La libreria è composta da due aste
in legno di frassino su cui si trovano sospesi, attraverso un sistema di
tiranti in acciaio, i ripiani in vetro stratificato. L’insieme appare quasi
sospeso ed aereo, ed i libri sembrano letteralmente galleggiare nello spazio." (Ritana SCHIRINZI, Librerie Cassina: riedizione di “Veliero” di Albini, 02/05/2011, http://www.designmag.it/articolo/librerie-cassina-riedizione-di-veliero-di-albini/10505/)
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Poltrona Luisa 1955 |
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Poltroncina per la Villa Pestarini 1938 |
Tra le
sue opere più conosciute, la sedia Luisa, realizzata per la produzione in serie,
è un progetto durato quindici anni e scandito da diverse edizioni " […] Dopo una serie di versioni concepite, a partire
dal 1939, per specifiche occasioni d’interni (dalla descrizione il modello
originario sembrerebbe quello per casa Pestarini), una prima versione di questa
seduta (ancora non si chiama Luisa) inizia a essere prodotta, secondo un disegno
dell’ottobre 1949, dalla società americana Knoll, una seconda edizione viene
disegnata nel novembre 1949 per la Slica di Recco, fino ad arrivare all'ultima e definitiva edizione per la Poggi quando prenderà il nome Luisa [...]" nel 1955." Un aspetto sottolineato da Albini […] è
che il modello di poltroncina da lui studiato nasce con il preciso intento di
trovare un tipo di seduta che riassuma tutte le condizioni d’utilizzo del
sedersi, in modo da «unificare il tipo di sedia in tutta la casa, proprio per
evitare che nella sala da pranzo ci siano le sedie contro il muro che aspettano
di essere utilizzate, nel soggiorno ci siano delle poltrone in più e nella
camera da letto ci siano delle cose diverse»”. ( Giampiero Bosoni e Federico Bucci, Il design e gli interni di Franco Albini, Mondadori, Milano, 2009, pag 149 dalla riga n 16 alla riga n 28 ) " Per Franco Albini [...] la sua missione è quella di fornire soluzioni funzionali e coerenti nella massima comodità e praticità, attraverso l’uso di quantità minime di materiale per un maggior risparmio economico. (dal web: http://www.crazyforlight.it/magazine/maestri-del-design/franco-albini/ )
Dal punto di vista strutturale “ questa poltroncina si costruisce a partire da due fianchi con uno
schema a cavalletto, uniti fra loro da traverse. L’elemento superiore del
cavalletto, che funge da bracciolo, fuoriuscendo a sbalzo si unisce all'altro fianco con una traversa per sostenere lo schienale, e altre traverse poste al
centro del cavalletto funzionano per essere quella posteriore il punto di fissaggio
del piano della seduta e quella anteriore come appoggio libero, sul quale il
sedile può flettere e scorrere in funzione del carico portato. ( Giampiero Bosoni e Federico Bucci, op. cit. )
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Poltrona Margherita 1951 |
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Poltrona Primavera 1967 |
Franco Albini voleva creare prodotti che fossero per tutti: prodotti di alta qualità ma a costi contenuti. Inizia, così, una sperimentazione sull'utilizzo di materiali semplici e di basso costo e realizza nel 1951 la poltrona Margherita, " la prima poltrona senza gambe del design italiano, [...] un pezzo capace di unire la ricerca e il gusto per il design con la maestria artigiana. Margherita […] è
realizzata con una struttura composta da 60 canne di giunco d’India e 4
balestre in malacca, un cuscino in gommapiuma rivestito di tessuto con una
gamma di sette colori. Riflette in questo senso una filosofia creativa, in base
alla quale il design di un oggetto da prodursi industrialmente, può avvalersi
di un ponte concettuale da cui accedere ai valori stilistici del design artigianale.
[…] Altre variazioni sul tema, sono
state realizzate con gli stessi materiali come le poltrone Gaia (1951), Radar e
Primavera (1967). (Laura CALLIGARI, Margherita, 27 dicembre 2012 http://www.arredativo.it/2012/recensioni/esterno/margherita/ )
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Casa Albini 1939 |
Un altro prodotto, ancora oggi venduto e apprezzato in tutto
il mondo, è la Poltrona Fiorenza, uno sviluppo di una seduta che Albini disegnò
nel 1939 e di cui furono realizzati pochissimi esemplari di produzione
artigiana. Prodotta per la prima volta nel 1952 esistono diverse versioni di
questa seduta e “ le modifiche
riguardano soprattutto il cavalletto di legno e il suo modo di connessione con
le parti imbottite. Nella versione del 1952 vi era la cinghia di sostegno alla
seduta, nel 1956, la nuova versione ha gambe verticali e scompare la cinghia,
infine in una versione del 1967 di produzione Poggi, si reinterpreta quella che fu la prima
versione del 1939 realizzata per casa Albini.” (Laura CALLIGARI, Fiorenza, 20 dicembre 2012, http://www.arredativo.it/2012/pezzi-storici/fiorenza/ ) La poltrona è
caratterizzata da una struttura a X in legno e il rivestimento, non
sfoderabile, è in poliuretano
espanso, flessibile schiumato in stampo mentre nelle vecchie versioni era
in gommapiuma. “Assunta a
simbolo di comodità e comfort, la poltrona Fiorenza compare in una pubblicità
di Pirelli degli anni Cinquanta : [...] è utilizzata come
immagine – simbolo delle potenzialità della gommapiuma, considerato in questi
anni il materiale più tecnologicamente avanzato, nel campo degli imbottiti. (Laura
CALLIGARI, Fiorenza, op. cit. )
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Poltrona Fiorenza 1952 |
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Poltrona Fiorenza 1967 |
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