

ragionando sul TEMA del post: DEEPS Design 2°: Food design & Grocery List - la lista della spesa di Michelangelo Buonarroti.
I commenti e relativi spunti, uniti a quelli condotti in aula ("Faremo a nostra volta una lista degli aspetti che ne emergono, vedi quelli già affrontati nei: commenti"e molti altri che ancora non sono stati espressi) permettono agli Autori la possibilità di creare un post sull'argomento - vedi schema alla lavagna.
Infatti, avevo scritto: "Tutti coloro che vorranno formulare un loro pensiero su commenti entro martedì 14 gennaio h 12:30 avranno la possibilità di farne un post e, quindi, invitati come Autori."Quindi chi tra gli Autori vuole affrontare uno o più aspetti di questa discussione potrà farlo.


6domenica 19 gennaio 2014
Lista della Spesa di Michelangelo: un linguaggio universale ed un progetto semplice
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Foto 1- Sebastiano del Piombo, Ritratto di Michelangelo che indica i suoi disegni, 1500 circa |
ok. straordinario
ho corretto, impaginato etc. è perfetto, valido, interessante, va in bibliografia di approfondimento oltre che in Food design & Grosery list.
cp
Come per la progettazione del riso verde non si può mettere la pentola sul fuoco senza l'acqua o preparare il condimento dopo aver cotto il riso.
Se però c’è qualcuno capace di dimostrare oggettivamente che è meglio cambiare l’ordine di qualche operazione, il designer è sempre pronto a modificare il suo pensiero di fronte all’evidenza oggettiva, ed è in questo modo che ognuno può apportare il suo contributo creativo nella strutturazione di un metodo di lavoro che tende, come si sa, a raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo.”
Bruno Munari, Da cosa nasce cosa, editori Laterza, Roma, 2005, pag.60
Anche una semplice lista della spesa destinata a un servo analfabeta può celare un progetto e un ingegno da designer.
Una lista della spesa è un progetto che condurrà alla realizzazione finale del cucinare, ma che in questa fase si può definire ancora flessibile: la scelta dei prodotti varia e una volta stabiliti dovranno essere acquistati più o meno contemporaneamente per completare un certo tipo di vivanda.
A questo punto, i punti fissi sono i prodotti scelti per desinare e le fasi di lavorazione. Tuttavia può variare il metodo di lavorazione e ogni componente ancora potrà essere combinato, manipolato, soggetto a più sperimentazioni.
A questo punto, i punti fissi sono i prodotti scelti per desinare e le fasi di lavorazione. Tuttavia può variare il metodo di lavorazione e ogni componente ancora potrà essere combinato, manipolato, soggetto a più sperimentazioni.
Legenda:
P= Problema;
DP= Definizione del Problema;
CP=Componenti del Problema;
RD= Raccolta Dati ;
AD= Analisi dei Dati;
M= Materiali Tecnologia;
S= Sperimentazione;
M= Modelli;
V= Verifica;
S= Soluzione.
L’analisi della lista della spesa di Michelangelo mi conduce alla considerazione di diversi aspetti.
Primo aspetto: la memoria
Foto 3 - testo di Hermann Ebbinghaus, Un contributo alla Psicologia sperimentale |
Alla fine dell’Ottocento un filosofo e psicologo tedesco,Hermann Ebbinghaus, sperimentò una serie di studi sulla memoria e sull’apprendimento e l’associazione legata al processo di memorizzazione, teoria ripresa e contraddetta dagli psicologi della Gestalt nei primi anni del Novecento.
Quest’ultimi sostenevano che la memoria fosse strettamente connessa alla percezione e all’esperienza: la percezione visiva di singoli elementi, ad esempio dei punti, può portare al riconoscimento di una forma più o meno complessa: stella, etc.
Pertanto è probabile che, pur non conoscendo ovviamente queste cognizioni, Michelangelo le abbia intuite e, per il cibo non corrispondente ad alcun disegno, abbia stabilito di inserirli per ultimi nella lista: “tortelli”, perché il servo potesse ricordare che quell’ultima parola fosse proprio “tortelli”.
Ne consegue il Secondo aspetto: la fantasia del servo e di Michelangelo.
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Immagine 4 - studio di percezione: più punti vicini vengono associati a una forma |
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Immagine 5 - qualunque siano le diverse forme la mente considera una forma predominante |
Ne consegue il Secondo aspetto: la fantasia del servo e di Michelangelo.
Bruno Munari, Fantasia, Editori Laterza, Bari, 2006, pag. 29 dalla riga n 1 alla riga n 30
Immagini 6 -7- 8- 9- Esperimento di Bruno Munari con ventuno punti
“Il problema basilare quindi, per lo sviluppo della fantasia, è l’aumento della conoscenza, per permettere un maggior numero di relazioni possibili tra un maggior numero di dati. Questo naturalmente non significa che, automaticamente, una persona molto colta sia anche una persona con molta fantasia.”
Bruno Munari, Op.cit., pag. 35 dalla riga n 4 alla riga n 9.
Terzo aspetto: informazioni storiche e geografiche
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Immagine 10 - disegno di "salama" della lista della spesa di Michelangelo |
L’analisi di questo foglio dice di cosa si cibasse Michelangelo e, soprattutto, rappresenta un’informazione su quale fosse il cibo consumato nel Cinquecento, per taluni aspetti anche come si accostassero i sapori, e dà indizi di alimenti che conducono alla conoscenza che si tratti di cibo italiano, come il vino Bruschino o il salame tipico.
Quarto aspetto: riuso
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Immagine 11 - foglio della lista tripartito e in cui traspaiono scritte del retro |
Quinto aspetto: il Food design
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Immagine 12 - progetto di tortellino |
“Il Food design si avvale di studi progettuali e ricerche tecnologiche ed alimentari che precedono la produzione.
Il risultato sono manufatti di uso alimentare che, salvo per le materie prime utilizzate e per la finalità del prodotto stesso, sono del tutto identici a un prodotto di disegno industriale, sia per quanto riguarda il percorso progettuale, sia per quanto riguarda il processo produttivo.
[…] Gli Atti Alimentari sono dunque il luogo in cui si inverano i valori fondamentali di una epoca e di una cultura tanto che attraverso il loro studio è possibile delineare le caratteristiche di una cultura, ma non è possibile il processo inverso.[…] Sono un sistema complesso strutturato come un linguaggio. In quanto tale essi sono suscettibili di progettazione negli elementi grammaticali (morfologia dei segni), sintattici (relazioni interne tra segni), semiotici (relazione tra segni e gli oggetti a cui si riferiscono) e pragmatici (relazione tra il sistema dei segni e il parlante) ovvero possono essere pensati nella prospettiva di un obiettivo condiviso, possono essere quindi, trattati come scientifici e di fatto progettati. Progettare gli Atti Alimentari significa modellare risposte consapevoli attorno ai bisogni espressi dalle tre componenti del suo sistema mediando tra mondo e corpo. Poiché l'uomo è sempre il prodotto dell'ambiente e dell'educazione e ogni molecola di cibo che introduce nel suo corpo porta sempre e inevitabilmente con sé una particella di mondo. La Progettazione degli Atti Alimentari implica la capacità di gestione delle produzioni tecniche che l’uomo ha messo in atto per superare lo stato di natura, la conoscenza della cultura e dei linguaggi secondo cui rappresenta se stesso e la struttura della società in cui essi acquistano senso creando l’identità.
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Immagine 13 - progetto di pasta del designer Mauro Olivieri |
[…] Gli Atti Alimentari sono dunque il luogo in cui si inverano i valori fondamentali di una epoca e di una cultura tanto che attraverso il loro studio è possibile delineare le caratteristiche di una cultura, ma non è possibile il processo inverso.[…] Sono un sistema complesso strutturato come un linguaggio. In quanto tale essi sono suscettibili di progettazione negli elementi grammaticali (morfologia dei segni), sintattici (relazioni interne tra segni), semiotici (relazione tra segni e gli oggetti a cui si riferiscono) e pragmatici (relazione tra il sistema dei segni e il parlante) ovvero possono essere pensati nella prospettiva di un obiettivo condiviso, possono essere quindi, trattati come scientifici e di fatto progettati. Progettare gli Atti Alimentari significa modellare risposte consapevoli attorno ai bisogni espressi dalle tre componenti del suo sistema mediando tra mondo e corpo. Poiché l'uomo è sempre il prodotto dell'ambiente e dell'educazione e ogni molecola di cibo che introduce nel suo corpo porta sempre e inevitabilmente con sé una particella di mondo. La Progettazione degli Atti Alimentari implica la capacità di gestione delle produzioni tecniche che l’uomo ha messo in atto per superare lo stato di natura, la conoscenza della cultura e dei linguaggi secondo cui rappresenta se stesso e la struttura della società in cui essi acquistano senso creando l’identità.
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Foto 14 - posate ergonomiche di Gio Ponti per la Krupp italiana, Milano, 1951 |
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Foto 15- Enrique Sardi, il pasticcere Lello Parisi e il Team Lavazza
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Foto 16 - vasi ottenuti da riciclo di buccia d'arancia |
Non tralasciando che anche il packaging progettato per avvolgere il cibo spesso viene riciclato.
Fonti foto
1- http://www.daringtodo.com/lang/it/2011/10/14/grandi-mostre-michelangelo-e-raffaello-nella-roma-del-500/
3-http://www.barnesandnoble.com/w/memory-a-contribution-to-experimental-psychology-hermann-ebbinghaus/1103341399?ean=2940015692525
14- http://diegoterna.wordpress.com/2012/04/25/il-design-spiegato-a-me-stesso-3/
15- http://www.buoni-pasto.it/cookie-cup-per-un-sabato-in-dolce-compagnia/
16- http://www.architetturaecosostenibile.it/design/arredamento/buccia-arancia-scarto-riciclo-751.html
Fonti immagini
2- Bruno Munari, Da cosa nasce cosa, editori Laterza, Roma, 2005, pag. 62
4 - http://www.lettere.unimi.it/dodeca/bozzi/cap2pb.htm
5- http://www.timetocomm.com/news/teoria-della-gestalt/
6-7-8- 9- http://design-matin.com/munari-point-trait-chaise/
10- 11- http://deepsdesignbyceciliapolidori2-2.blogspot.it/p/a.html
12- http://www.finedininglovers.com/photo/art-design/food-design-pasta/pasta-design-tortellini/
13- http://www.pastificiodeicampi.it/blogs/mafaldina/2013/01/food-design-ecco-i-campotti-by-mauro-olivieri.htmlMarina Arillotta -
5domenica 19 gennaio 2014
MENU: dalla carta al digitale
Ho rimpaginato il tutto, tagliato, imparato anche.
interessante, va in Food design & Grocery list, ma non in bibliografia rimanendo un aspetto marginale poiché, per quanto valido, ben impostato, è tutta una citazione e nessun riferimento al tema in oggetto: la lista di Michelangelo, ma piuttosto la storia dell'accesso a pasti pronti a tavola.
cp
MENU: dalla carta al digitale
interessante, va in Food design & Grocery list, ma non in bibliografia rimanendo un aspetto marginale poiché, per quanto valido, ben impostato, è tutta una citazione e nessun riferimento al tema in oggetto: la lista di Michelangelo, ma piuttosto la storia dell'accesso a pasti pronti a tavola.
cp
MENU: dalla carta al digitale
La lista della spesa di Michelangelo ipotizzata come menù.
Foto 6
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La nascita del menu, inteso come cartoncino posto a tavola a disposizione dei convitati, è relativamente recente.
Il termine francese non vuol dir altro che minuta, ovvero l’appunto che il capo cuoco o il maggiordomo stilava ogni giorno... in base alla disponibilità della dispensa, del mercato e della propria creatività.
Si fa comunemente risalire il suo uso all’ inizio dell’Ottocento, con la trasformazione dal “servizio alla francese” al “servizio alla russa”. Oggi abituati a quest’ultimo, non ci rendiamo conto di quanto innovativo e sorprendente sia stato all’epoca.
Nel “servizio alla francese” tutte le portate erano disposte contemporaneamente a tavola, a disposizione dei commensali, che potevano servirsi liberamente da sé o con l’aiuto dei domestici. Per i piatti caldi vi era il sostegno di utili rechauds (scaldavivande) che mantenevano in temperatura i cibi.
L’allestimento della tavola era molto scenografico: vassoi, campane, zoccoli con ricchissime decorazioni... vi era addirittura una categoria di decoratori chiamata sableurs che disegnavano sulla tavola tappeti artistici con sabbia colorata, polvere di marmo, vetri frantumati, polveri di zucchero, briciole di pane.
… Nel 1810 il principe russo Alexandre Boris Kourakin (1752-1818) ambasciatore straordinario… di Russia a Parigi, nella sua residenza di Clich,... Parigi, imposta per la prima volta i suoi pranzi abolendo l’abituale presenza di tutti i piatti contemporaneamente in tavola, ma facendoli uscire in successione prestabilita dalla cucina, metodo che si rivelò più pratico e conveniente... e decretando la nascita del menu."
… Nel 1810 il principe russo Alexandre Boris Kourakin (1752-1818) ambasciatore straordinario… di Russia a Parigi, nella sua residenza di Clich,... Parigi, imposta per la prima volta i suoi pranzi abolendo l’abituale presenza di tutti i piatti contemporaneamente in tavola, ma facendoli uscire in successione prestabilita dalla cucina, metodo che si rivelò più pratico e conveniente... e decretando la nascita del menu."
( Domenico Musci, "L’evoluzione del primo piatto attraverso la lettura dei menu storici", 1 Ottobre 2011, Foligno, http://www.academiabarilla.it/biblioteca-gastronomica/evoluzione-primo-piatto-attraverso-lettura-menu/default.aspx )
Esempi di menu:
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Foto 2 |
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Foto 3 |
Biblioteca Gastronomica Academia Barilla - Collezione di menu storici "Livio e Wilma Cerini di Castegnate" Italia - Avvenimenti."
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Foto 4 |
Biblioteca Gastronomica Academia Barilla - Collezione di menu storici "Livio e Wilma Cerini di Castegnate" Italia - Regno d'Italia - Casa Savoia"
"Listino delle vivande” del 18 ottobre 1919 scritto e dipinto a mano a Fiume d'Italia con firma di Gabriele d'Annunzio e dedica autografa ... a poco più di un mese dall'occupazione di Fiume da parte del Poeta-soldato e di un manipolo di legionari, a pochi giorni dall'incontro con Mussolini, giunto in aereo da Novi Ligure e dall'appuntamento con Badoglio, Commissario straordinario del Governo italiano che inutilmente cercava di far terminare l'impresa, d'Annunzio si concede un abbondante pasto nella sala da pranzo del vecchio Palazzo del Bano Ungherese.
Biblioteca Gastronomica Academia Barilla - Collezione di menu storici "Livio e Wilma Cerini di Castegnate" Italia - Personaggi - Scrittori."
Biblioteca Gastronomica Academia Barilla - Collezione di menu storici "Livio e Wilma Cerini di Castegnate" Italia - Personaggi - Scrittori."
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Foto 5 |
"Menu del 28 novembre 1977 a Vergiate (Varese) in casa del pittore Enrico Baj (1924-2003) una litografia di uno dei famosi generali, tanto cari all'artista, viene sovrastampata con le portate di un servizio originale per scelta e di straordinaria qualità. Firmato a matita da Baj è stato realizzato in soli venti esemplari ed è rarissimo. In apertura, dopo gli antipasti, Tagliolini freschi ai tre sapori: un tris di pasta all’uovo fatta in casa e cucinata asciutta. [Biblioteca Gastronomica Academia Barilla - Collezione di menu storici "Livio e Wilma Cerini di Castegnate" Italia - Personaggi - Disegnatori e pittori]."
"Quando agli inizi del XIX secolo si impose il servizio "alla russa"... Nascevano gli antenati dei menu odierni... per risultare indimenticabili ed unire alla bontà delle proposte gastronomiche bellezza e originalità.
... menu si faceva verbale, con il ristoratore a recitare i piatti del giorno e a enfatizzare questa o quest'altra portata, oppure veniva scritto col gesso su una lavagnetta, oppure ancora... lista rilegata... da presentare in abbinamento alla carta dei vini.
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Foto 7 |
... Oggi in alcuni ristoranti grazie all'apporto di tablet e/o tavolini con schermo touch, è già possibile fare a meno del menu cartaceo e lanciarsi nel mondo delle ordinazioni 2.0, con innegabili vantaggi ... Grazie al digitale si possono sfogliare le fotografie dei piatti e leggere tutte le informazioni su apporto calorico, ingredienti presenti e magari anche provenienza... poter segnalare in anticipo piatti e vini non disponibili... informazioni a corredo... in varie lingue.
Guardando il fenomeno dei menu digitali in prospettiva... si aprono scenari... un collegamento nuovo tra la cucina e tavolo... feedback immediato... risparmi di costi e di tempo... "
( Francesco Benincasa, "Dalle lavagnette ai fogli di carta, dal menu recitato dall'oste fino al tablet, le modificazioni del menu e le prospettive future." , La Stampa, 9 Settembre 2011
http://www3.lastampa.it/cucina/sezioni/notizie/attualita/articolo/lstp/417828/ )
http://www3.lastampa.it/cucina/sezioni/notizie/attualita/articolo/lstp/417828/ )
Fonti foto:
1 http://www.jourdelo.it/numeri/02_ottobre_dicembre_2005/il_cuoco_di_maria_luigia.htm
6 http://www.imenucards.com/blog/wp-content/uploads/tablet-menu.jpg
7 http://www.ourtownperrysburg.com/Retail/2013/03/07/Restaurants-cook-up-cool-with-digital-menus.html
4domenica 19 gennaio 2014
Quel M.B.A. mi ha fatto sentire importante
caro M B Arch,
il post è divertente. ok ma
Devo ammettere, che grazie a questa nota della prof.: "M.B. architetto" sulla lavagna - che ho bonariamente inteso come Michele Bagnato architetto - mi ha fatto riflettere sui mie stati di schizofrenia, alcuni dei miei amici/colleghi che entrano per la prima volta nella mia stanza esclamano la fatidica frase :
"Tu non stai bene".
Beh. da oggi in poi potrò rispondergli accostandomi a Michelengelo, perchè a quanto pare godo di una caratteristica in comune , guardate qua:
"Qualcuno ne ha sentito parlare, per altri invece è davvero una scoperta del tutto nuova, perché la stanza segreta di Michelangelo, dove l'artista rimase nascosto per tre mesi durante l’assedio di Firenze nel 1529, è un tesoro non visibile al pubblico (almeno ai visitatori in carne e ossa)".
Sara Filippi, "Come entrare nella stanza segreta di Michelangelo a Firenze, sul blog TeladoioFirenze,
6 dicembre 2013.
dal web: http://www.teladoiofirenze.it/arte-cultura/come-entrare-nella-stanza-segreta-di-michelangelo-a-firenze/
Anche io le mie pareti le uso come supporto per diversi disegni ripensamenti o note, non avendo il garbo di prendere foglio e penna, perchè penso che un tratto sulle pareti è un tratto eterno, nei giorni (tanti) che passo qui a Reggio, annoto sui muri della mia stanza ricordi, formule, ripensamenti, pensieri d'amore, disegni e tant'altro, e visto che anche Michelangelo lo fece in un periodo poco bello della sua vita, continuerò a farlo fin quando il padrone di casa non mi butterà fuori.
le immagini sono atroci: ALZI 'ste serrande e provi a rifarle.
cp
"I muri non sono soltanto quelli che sono. Sono anche quello che vorremmo che fossero:
"I muri non sono soltanto quelli che sono. Sono anche quello che vorremmo che fossero:
supporto di speranze, protezione del presente, cassaforte di memoria o anche previsione di rovina"
Ettore Sottsass, Foto dal finestrino, ADELPHI, Milano, 2009 1a ediz., pag.15.
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Lezione 9 - parte 1 - "Lista ddi Michelangelo" - appunti dalla lavagna |
"Tu non stai bene".
Beh. da oggi in poi potrò rispondergli accostandomi a Michelengelo, perchè a quanto pare godo di una caratteristica in comune , guardate qua:
La stanza segreta di Michelangelo.
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foto1 |
Sara Filippi, "Come entrare nella stanza segreta di Michelangelo a Firenze, sul blog TeladoioFirenze,
6 dicembre 2013.
dal web: http://www.teladoiofirenze.it/arte-cultura/come-entrare-nella-stanza-segreta-di-michelangelo-a-firenze/
Com'è fatta la stanza segreta di Michelangelo a Firenze?
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studio sulla ponderazione policletea del David. |
"Una stanza di sette metri per due, le cui paretiMichelangelo usò come supporto per diversi disegni a carboncino. Ci sono studi delle statue della Sacrestia Nuova, una testa di cavallo, la testa del Laoconte,ripensamenti sul David e altri soggetti. Michelangelo nei giorni che passò in questo luogo angusto non smise di essere lui, studiò, ricordò, pensò e rimuginò sul suo lavoro e su ciò che aveva visto, realizzato o progettato".
(da: Sara Filippi, op. cit. )
Ma adesso viene il bello...
Com'è fatta la stanza non segreta di Michele a Reggio Calabria?
Un modesta stanza di quattro metri per quattro, (e sui metri quadri siamo lì).
studi sulla legge di hooke
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foto3 |
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disegno post. concerto 16/08/2011 |
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disegni. settimana prima dell'esame di Statica |
3sabato 18 gennaio 2014
Lista della Spesa di Michelangelo Buonarroti: “l’eccellenza nelle grandi cose si fonda sull’eccellenza del piccolo”
Lista della Spesa di Michelangelo Buonarroti: "l’eccellenza nelle grandi cose si fonda sull'eccellenza del piccolo"
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FOTO 1 - Studio e riflessioni |
La lista della spesa di Michelangelo Buonarroti è sia segno sia testo, pensata per il servo analfabeta che non sa leggere il testo accanto ai cibi, può essere interpretata anche come ricettario o menu giornaliero visto la ripartizione con cui è stata eseguita.
La lista della spesa di Michelangelo è un foglietto che a prima vista per un osservatore poco attento potrebbe non voler dir nulla, ma in realtà è ricca di significato, tanto da poter affermare che l’eccellenza di Michelangelo come progettista si fonda sull'eccellenza nel piccolo; quindi il meno è più. La lista è un buon progetto perché pensata non solo per il servo analfabeta, ma per più utenti. Osservando la lista della spesa di Michelangelo più approfonditamente mi conduce a un metodo progettuale che segue il seguente schema logico: vedi FOTO 2 - Schema n.1 primo studio.
O meglio ancora introducendo nello schema altri elementi si ha:
La lista della spesa di Michelangelo è un foglietto che a prima vista per un osservatore poco attento potrebbe non voler dir nulla, ma in realtà è ricca di significato, tanto da poter affermare che l’eccellenza di Michelangelo come progettista si fonda sull'eccellenza nel piccolo; quindi il meno è più. La lista è un buon progetto perché pensata non solo per il servo analfabeta, ma per più utenti. Osservando la lista della spesa di Michelangelo più approfonditamente mi conduce a un metodo progettuale che segue il seguente schema logico: vedi FOTO 2 - Schema n.1 primo studio.
O meglio ancora introducendo nello schema altri elementi si ha:
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FOTO 3 - Schema n. 2 evoluzione dopo un confronto
La lista rappresenta un progetto, realizzato con fantasia, creatività invenzione, efficace in un contesto dove i cibi rappresentati sono funzionali all'ambiente di consumo (come il salame tipico, il Bruschino) e all'esigenza di Michelangelo (un bocal di vino, due minestre di finocchio) in qualità di utente, per cui in diversi momenti e situazioni di consumo in un determinato periodo. Allora la lista di Michelangelo riconduce al Food Design quella disciplina che si occupa di sistema-cibo analizzandone i nuovi bisogni e i mutamenti dicotomici che ne indirizzano le tendenze di produzione e di consumo.
Paolo Barichella – (professionista nel campo internazionale nel Food Design) afferma:
“Food Design è la capacità di progettare proposte e soluzioni alimentari efficaci in un contesto dove il prodotto sia funzionale al tipo di ambiente di consumo, e sopratutto all'esigenza dell’utente in diversi momenti e situazioni di consumo. Gli strumenti per la trasformazione, conservazione, veicolazione, servizio ed il consumo del prodotto alimentare devono essere pensati con il fine di instaurare uno stretto rapporto volto a migliorare inequivocabilmente le caratteristiche del prodotto alimentare. Solo quando vengono studiate attentamente tutte le caratteristiche di un prodotto alimentare o si progetta con la stessa materia edibile si può parlare di food design. In una sola affermazione possiamo dichiarare che Food Design è Progettazione consapevole di interfacce e strumenti funzionali, complementari all'atto di alimentarsi, che possono spesso consistere nell'alimento stesso”.
da rivista _ NexMag, “Food Design – La sostenibile leggerezza del gusto. Incontro con Paola Barichella”, web: http://thesignstudio.wordpress.com/fooddesign-la-sostenibile-leggerezza-del-gusto/
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Ma più semplicemente si può affermare che il Food Design è il rapporto tra forma e contenuto del cibo dove la creatività converge con la produzione industriale.
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FOTO 2 - Schema n.1 primo studio |
FOTO 4 - Food Design - quando il cibo prende forma
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FOTO 6 - Caffè: logo design |
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FOTO 5 - Moka |
L’espresso italiano o il caffè con la moka è conosciuto anche all'estero, e molti stranieri finito il loro soggiorno in Italia, al loro rientro portano con sé una moka e qualche confezione di caffè italiano, tra i più richiesti il Lavazza.
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FOTO 7 - Spot pubblicitario per Lavazza con Enrico Brignano
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FOTO 8 - Spot pubblicitario per Lavazza con Julia Roberts -
Paolo Bonolis e Luca Laurenti
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L’ultima tendenza del Food Design attenta a trasformare il cibo in arte emozionale è il Coffee Design e l’impresa è affidata proprio allo storico marchio italiano Lavazza conosciuto nel mondo.
Anche l’Expo del 2015 e la recente tendenza della gastronomia di alto livello volgono lo sguardo al Food Design non solo tra il rapporto tra cibo e alimentazione, ma anche in riferimento all’applicazione del Design all’interno del settore: dagli oggetti per la preparazione e il consumo delle pietanze, agli spazi dedicati al mangiare, fino alla presentazione di “oggetti commestibili”, quindi in questo ambito si possono avere due categorie di Design, da un lato il Design per il rito del cibo (con la progettazione di oggetti per la condivisione del cibo agli ambienti per il consumo conviviale) e dall’altra il Design per la funzione del cibo (con progetti che vanno dall’oggetto commestibile agli oggetti per il consumo del cibo individuale).
All’Expo del 2015 a Milano illycaffè presenta il Coffee Culture Global Tour e la propria presenza in qualità di advisor culturale del mondo del caffè con uno slogan il caffè italiano alla conquista del mondo, in uno dei nove padiglioni tematici che l’appuntamento del 2015 dedica a specifici alimenti e argomenti relativi al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
Illycaffè ha annunciato un importante tour mondiale che celebrerà il caffè e divulgherà la cultura della nera bevanda, tanto diffusa (è la seconda commodity al mondo dopo il petrolio) ma poco conosciuta nelle sue tante affascinanti peculiarità. Il Tuor coinvolgerà nove città, tre continenti e venti mesi per arrivare alla data dell’inaugurazione dell’Expo Milano 2015 dedicato al tema Nutrire il Pianeta/Energia per la Vita in cui il caffè sarà uno dei protagonisti. Illycaffè è stata incaricata della gestione dei contenuti culturali legati al caffè.
Con il patrocinio dell’International Coffee Organization, il tour porterà in ogni città la conoscenza del mondo del caffè sotto diverse angolature:
- il percorso dal chicco alla tazzina;
- la creatività che nasce e si sviluppa attorno alla tazzina di caffè (arte, letteratura, …);
- la cultura e le tradizioni dei Paesi coltivatori e di quelli consumatori;
- caffè e piacere (sensoriale, intellettuale, sociale);
- caffè e sostenibilità (economica, ambientale, sociale);
- caffè e salute (le virtù della bevanda che allieta la vita).
Il tour è stato inaugurato il 9 settembre 2013 a Belo Horizonte (Brasile) in occasione del 50mo anniversario dell’International Coffee Organization, la principale organizzazione intergovernativa che unisce Paesi esportatori e importatori, con una mostra delle foto che Sebastião Salgado, fotografo brasiliano che si occupa soprattutto di reportage di impianto umanitario e sociale, ha realizzato per illycaffè negli ultimi dieci anni raccontando la realtà rurale dei coltivatori di caffè in tutto il mondo.
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2giovedì 16 gennaio 2014
"Dove c'è Barilla c'è casa" -

vorrei, parafrasando il titolo, dire "urka! "dove c'è cibo c'è design da paura" visto quanto i miei allievi si scatenino sul soggetto.
Francesca, che dire: fantastico post che corre in DEEPS Design: bibliografia di approfondimento. cp
Un grande esempio di comunicazione pubblicitaria è certamente quello che da anni dà l’azienda Barilla, che ogni giorno rievoca le tradizioni gastronomiche italiane con uno slogan ormai storico: “Dove c’è Barilla c’è casa”.
Slogan in vigore da un trentennio ma che si è sedimentato nelle menti degli italiani. Una di quelle cose che funzionano, piacciano o meno: perché corrispondono a un immaginario, perché raccontano qualcosa, perché raggiungono il punto giusto sul fondo della memoria collettiva e là mettono radici.
“Barilla è un’azienda multinazionale italiana fondata nel 1877 a Parma, in strada Vittorio Emanuele, come bottega che produceva pane e pasta da Pietro Barilla, discendente di una famiglia di panettieri”.
Dal Web: http://it.wikipedia.org/wiki/Barilla
La ditta nel corso degli anni si è ingrandita, diventando la più grande azienda del settore alimentare, leader mondiale della pasta secca, dei sughi pronti in Europa, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti nei paesi scandinavi.


Dal Web: http://it.wikipedia.org/wiki/Barilla
La Barilla riesce, attraverso diverse forme comunicative, ad esprimere gli stessi concetti. L’ingrediente fondamentale degli spot sono la semplicità, un sottofondo di poesia, che colpiscono sempre gli aspetti emozionali.
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La storia siamo noi:Pietro Barilla - La pubblicità dei buoni sentimenti:http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/pietro-barilla/695/default.aspx |
Perché no? Potremmo definire gli spot della Barilla come mezzi di comunicazione che rientrano a pieno nell’ambito del Food Design, in quanto studiati, progettati, e il cui messaggio giunge sempre a destinazione.
“Il Food design, traducibile come "progettazione del cibo" (o Progettazione degli Atti Alimentari) è la disciplina del design industriale che si occupa dell'ideazione e progettazione di alimenti, o parti di prodotti alimentari complessi… Alla disciplina prettamente progettuale negli anni si sono affiancati anche altri sistemi di presentazione del prodotto come il marketing e la comunicazione pubblicitaria, anche l'imballaggio ha assunto un ruolo determinante nella presentazione del prodotto progettuale”.
Come un prodotto può essere lo specchio di una rivoluzione sociale: Mina e gli spot del 1965-67
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Spot della Barilla del 1967: http://27esimaora.corriere.it/articolo/quando-la-pubblicita-barilla-con-mina-raccontava-altre-storie/ |
Nel 1965 l’azienda attuò una buona politica di comunicazione: infatti, nei suoi Caroselli inserì la figura di Mina, che ebbe un grande successo sia personale, sia per la diffusione commerciale della Pasta Barilla.
“C’è stato un tempo in cui l’azienda emiliana –sotto la guida illuminata di Pietro Barilla (1913-1993)- non solo ha incarnato un’idea di Italia in cui tutti potevano riconoscersi ma ha anche scelto consapevolmente di guardare in avanti, provando a immaginare e raccontare una società in via di modernizzazione in cui le donne non erano identificate soltanto come massaie ma stavano diventando sempre più protagoniste.
Da allora sono passati quaranta o al massimo cinquant’anni. Ma sembrano secoli se proviamo a confrontare scelte di campo e modalità di narrazione.
Si tratta di uno spot del 1967 e nel messaggio promozionale è presente un’autentica rivoluzione linguistica e culturale: non solo Mina si rivolge alla spettatrice con il tu, ma la invita a preparare la pasta per il suo uomo e per i suoi ragazzi, non per suo marito e i suoi figli. E allora come oggi la mente corre da una parte al titolo di uno dei più grandi successi della cantante – È l’uomo per me (1964)- e dall’altra alle vicende personali che fecero dell’artista un simbolo di emancipazione femminile.
Mina, la più trasgressiva, moderna e sexy delle celebrità degli anni Sessanta, era stata ingaggiata come testimonial dall’azienda emiliana nel 1965: un anno di svolta per la sua carriera. La cantante venticinquenne era infatti appena rientrata in televisione dopo esserne stata bandita per più di un anno a causa della sua relazione irregolare con l’attore Corrado Pani, all’epoca già sposato.
Nel 1965 la popolarità di Mina era alle dunque alle stelle, eppure ingaggiarla come testimonial fu una scelta di marketing abbastanza azzardata.
Mina rappresentava però un modello di donna moderna e indipendente. E sceglierla come testimonial dimostrò che la Barilla intendeva farsi interprete del cambiamento in atto nella società proprio in un momento storico in cui il paese reale era lontano anni luce dal paese legale".
L’investimento nella comunicazione fatto negli anni ’60 lascerà tuttavia un’impronta durevole nel costume e nei consumi degli italiani. Uno spot di un semplicissimo prodotto come la pasta che partecipa ad una svolta decisiva nella situazione della donna.
Mina lavora con la società emiliana fino alla crisi economica che ha investito il paese negli anni ’70, ma gli spot girati hanno lasciato un’impronta tangibile negli usi e nei costumi degli italiani: alla fine della crisi troveremo una donna seduta a gustare la pasta e non a servirla, ma questa è un’altra storia.
1 mercoledì 15 gennaio 2014
Il menu di Michele -
I'm not English, but only roman guy, so I won't say: YUMMY, instead I don't know what about, and I'm licking my whiskers thinking it. I'm ready to taste it! really me too!
Non sono inglese, solo romana e vorrei dire: Squisito, leccornia, gustoso, mi sto leccando i baffi al solo pensiero, sul serio! vorrei assaggiarlo. cp
"E' un errore condannare la gastronomia. La cultura dipende dalla gastronoma. L'unico tipo di immortalità che desidero per me sta nell'inventare una buona salsa.[...] Non riesco a sopportare quelli che non prendono seriamente il cibo. Tutti gli uomini sono dei mostri; non c'è altro da fare che cibarli bene: un buon cuoco fa miracoli".
Oscar Wilde, L'importanza di chiamarsi Ernesto, BUR, Milano, 1990 1a ediz., pag 15.
Il tema del cibo mi è molto caro, e credo di dimostrarlo fisicamente, quindi vorrei illustrare ad un qualsiasi cuoco tramite Dati e Disegni, come dovrebbe cucinarmi il piatto preferito:
ingredients: (ingredienti)
-oil (olio)
- 1 kg of calabria's peppers (peperoni calabresi)
- 4 tablespoons of olive oil (4 cucchiai d'olio)
-1 fresh tomato (1 pomodoro fresco)
- 2 cloves of garlic (2 spicchi d'aglio)
-salt to taste (sale quanto basta)
1) take a frying pan.
(prendere una padella per frigere).
2) pour 4 tablespoons of olive oil.
(versare 4 cucchiai d'olio).
3) heat the oil for about 1 minute.
(scaldare l'olio per un minuto circa).
4)put 1 kg of Calabria's peppers in a pan and let them fry for 15 minutes.
(mettere 1kg di peperoni calabresi in padella e lasciare friggere per 15 minuti).
5) half cooked add 1 fresh tomato and 2 cloves of garlic.
(aggiungere a metà cottura 1 pomodoro fresco e 2 spicchi d'aglio).
Notes: Stir constantly with a wooden spoon, and add salt to taste.
(note: Mescolare costantemente con un mestolo in legno, e aggiungere sale quanto basta).
Serve. Impiattare.
If your mother let you do it eat the food directly in the pan, avoiding dispersion of the oil is the best ingredient.
(Se vostra madre ve lo consente mangiate la pietanza direttamente in padella, evitando di disperdere l'olio che è l'ingrediente migliore).
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disegno 1 |
I Pipi Fritti:
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foto2 |
ingredients: (ingredienti)
-oil (olio)
- 1 kg of calabria's peppers (peperoni calabresi)
- 4 tablespoons of olive oil (4 cucchiai d'olio)
-1 fresh tomato (1 pomodoro fresco)
- 2 cloves of garlic (2 spicchi d'aglio)
-salt to taste (sale quanto basta)
Preparation. (Preparazione).
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pan |
1) take a frying pan.
(prendere una padella per frigere).
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oil |
2) pour 4 tablespoons of olive oil.
(versare 4 cucchiai d'olio).
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1 minute |
(scaldare l'olio per un minuto circa).
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friggitura |
(mettere 1kg di peperoni calabresi in padella e lasciare friggere per 15 minuti).
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tomat |
5) half cooked add 1 fresh tomato and 2 cloves of garlic.
(aggiungere a metà cottura 1 pomodoro fresco e 2 spicchi d'aglio).
garlic |
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impiatto |
(note: Mescolare costantemente con un mestolo in legno, e aggiungere sale quanto basta).
Serve. Impiattare.
If your mother let you do it eat the food directly in the pan, avoiding dispersion of the oil is the best ingredient.
(Se vostra madre ve lo consente mangiate la pietanza direttamente in padella, evitando di disperdere l'olio che è l'ingrediente migliore).
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