Bruno Munari: i bambini, l'industria ed i nuovi materiali
![]() |
1. Bruno Munari | foto Albe Steiner | 1941 |
“Inventore, artista, scrittore, designer, architetto, grafico, gioca con i bambini.” Così Munari si presenta in occasione della sua mostra a Cantù nel 1995, evidenziando l’importanza del gioco, dell’azione insieme ai bambini. Perché tanto interesse per il mondo dell’infanzia? Rispondo con le sue parole: “Non potendo cambiare gli adulti, ho scelto di lavorare sui bambini perché ne crescano di migliori. È una strategia rivoluzionaria quella di lavorare sui e con i bambini come futuri uomini”.
Beba RESTELLI, Giocare con tatto, Per una educazione plurisensoriale secondo il metodo Bruno Munari®, ediz. Franco Angeli, Milano, 2007, 1a ediz., pag. 29
La citazione tratta dal testo della Rastelli, sua storica collaboratrice, risulta interessante non solo perché riporta le parole con cui Munari definisce se stesso ed il suo lavoro, ma anche perché evidenzia come egli ritenesse l’attività per i bambini - da suddividersi in giochi didattici e laboratori - un progetto tra i più importanti della sua vita.
"La progettazione di un gioco o di un giocattolo per bambini può essere affrontata in diversi modi: uno di questi modi, il più usato, è quello di progettare una produzione di giochi o di giocattoli basandosi esclusivamente sulle possibilità di assorbimento del mercato, senza preoccuparsi se questi giochi o giocattoli siano veramente utili alla crescita della personalità del bambino. […] Un altro modo di progettare un gioco o un giocattolo è invece quello di considerare di produrre qualcosa che sia utile alla crescita individuale, senza naturalmente dimenticare un giusto profitto per l’impresa. [...] Un designer può quindi progettare un gioco o un giocattolo che comunichi al bambino, all’uomo in formazione, il massimo compatibile di informazioni e, nello stesso tempo uno strumento per la formazione di una mente elastica e dinamica; non statica, ripetitiva, fossilizzata. Una progettazione di questo tipo ha bisogno della collaborazione di alcuni esperti di psicologia, pedagogia, didattica, esperti anche di processi produttivi industriali per la produzione del giocattolo o del gioco per trovare il materiale più adatto e la tecnologia più giusta per giungere a un prodotto finito che dia il massimo risultato al minimo costo." Bruno MUNARI, Da cosa nasce cosa, ediz. Laterza, Bari, 1981, 1a ediz., pag. 240-248
"La conoscenza del mondo, per un bambino, è plurisensoriale. E tra tutti i sensi, il tatto è quello maggiormente usato, il tatto completa una sensazione visiva e auditiva, dà altre informazioni utili alla conoscenza di tutto ciò che ci circonda". Bruno MUNARI, (a cura di), I laboratori tattili, ediz. Zanichelli, Bologna, 1985, 1a ediz., pag. 3
2. Promo "Giocare con l'Arte" |
3. Brevetto gatto Meo Romeo |
![]() |
4. Articolo sul gatto Meo Romeo |
![]() |
5. Modello digitale della scimmietta Zizì | Gabriele Baldotto |
La gommapiuma era stata inventata qualche anno prima dal tedesco Otto Bayer, un industriale chimico tedesco che lavorò per anni alla ricerca di questo materiale, riuscendo ad ottenerne una definizione precisa solo nel 1941; il brevetto per la produzione era stato registrato nel 1937, ma i primi prototipi comparvero nel 1943. Benché le lavorazioni delle materie plastiche fossero note da tempo, si svilupparono in Italia solo nell'immediato dopoguerra, con la ricostruzione dell'industria chimica; le applicazioni nel settore dell'arredamento, invece, vennero più tardi, verso la fine degli anni Cinquanta. Da un punto di vista strettamente tecnico, invece: "Il poliuretano espanso elastico, comunemente chiamato gommapiuma o gommaspugna, è un materiale spugnoso derivato dalla polimerizzazione del diisocianato di toluene, un derivato del petrolio. Contrariamente a quanto il nome potrebbe suggerire, la gommapiuma non deriva dalla gomma, ma appartiene alla famiglia dei poliuretani, e si ottiene miscelando in opportune proporzioni il diisocianato di toluene (o TDI), polioli, siliconi, catalizzatori, espandenti liquidi ed additivi di varia natura, utilizzati per conferire caratteristiche particolari al prodotto finito (ritardanti di fiamma, leganti, coloranti). La produzione di gommapiuma avviene per stampaggio o per schiumatura, e consiste nella miscelazione dei componenti della miscela, detta “formulato”, e successiva introduzione dello stesso all'interno di uno stampo o di una filiera da cui verrà successivamente estratto o estruso il blocco di gommapiuma. La reazione di polimerizzazione del TDI, che avviene grazie ai catalizzatori, è esotermica e causa la gassificazione degli espandenti liquidi nella miscela, generalmente materiali con basso punto di ebollizione come l'alcol etilico o il pentano, che agiscono come un lievito creando una matrice spugnosa a celle chiuse, aperte o semiaperte. Il gas così formato evapora successivamente alla maturazione della gommapiuma, lasciando una struttura cellulare con una densità che varia, a seconda della rigidità della gommapiuma, dai 20 kg ai 250 kg per metro cubo. La gommapiuma è largamente utilizzata per innumerevoli scopi: come fonoassorbente per la correzione acustica, per imbottiture di materassi, divani, imballaggi, spugne, ed altri. Ha sostituito nel tempo i materiali naturali che si usavano in antichità quali lana, paglia, piuma.” dal web: http://it.wikipedia.org/wiki/Gommapiuma
6. Lezione a Venezia |
![]() |
7. Zizì restaurata |
In ogni caso: "[...] il ciclo di vita del poliuretano, cioè il periodo di tempo per cui svolge la sua funzione, è decisamente lungo arrivando in alcuni settori a superare agevolmente i dieci anni. Questo vuol dire un consumo più attento delle materie prime, che come sappiamo sono una risorsa non illimitata, e la produzione di una quantità inferiore di materiale di scarto e rifiuti. Alla fine della sua vita utile il poliuretano può essere trattato in maniera opportuna per eliminare o quanto meno limitare al massimo l’impatto ambientale; le moderne tecnologie ci consentono di riciclarlo per impieghi diversi, di recuperare il contenuto energetico o come ultima alternativa disporre l’interramento in discariche controllate." dal web: http://www.aipef.it/
L'impiego di nuovi materiali richiede spesso una chiave di lettura non soltanto tecnica, ma anche culturale: negli anni del secondo dopoguerra del secolo scorso, il design italiano diede una significativa interpretazione delle materie plastiche, sino a quel momento ritenute materiali privi di storia e personalità. L'attenzione verso la multisensorialità di Munari, ad esempio, ha esaltato le caratteristiche espressive della gommapiuma, dimostrando che offerta tecnologica e progetto non sono necessariamente realtà separate, ma possono appartenere ad un'unica realtà operativa. Analizzare i rapporti che intercorrono tra progetto, sperimentazione e produzione significa considerare anche l'industria come depositaria della cultura del design.
L'impiego di nuovi materiali richiede spesso una chiave di lettura non soltanto tecnica, ma anche culturale: negli anni del secondo dopoguerra del secolo scorso, il design italiano diede una significativa interpretazione delle materie plastiche, sino a quel momento ritenute materiali privi di storia e personalità. L'attenzione verso la multisensorialità di Munari, ad esempio, ha esaltato le caratteristiche espressive della gommapiuma, dimostrando che offerta tecnologica e progetto non sono necessariamente realtà separate, ma possono appartenere ad un'unica realtà operativa. Analizzare i rapporti che intercorrono tra progetto, sperimentazione e produzione significa considerare anche l'industria come depositaria della cultura del design.
Note
1 Bruno
MUNARI, Verbale scritto, ediz. Il
Melangolo, Genova, 1992, 1a ediz., pag. 86, riga 9
2 Giovanni Ponti, detto "Gio", architetto e designer italiano. Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Gio_Ponti e http://www.gioponti.org/it/
Fonti iconografiche
2 Giovanni Ponti, detto "Gio", architetto e designer italiano. Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Gio_Ponti e http://www.gioponti.org/it/
Fonti iconografiche
1. Lica STEINER e Mario CRESCI, (a cura di), Albe Steiner FOTO-GRAFIA Ricerca e progetto, ediz. Laterza, Bari, 1990, 1a ediz., pag. 150
2. Screenshot da: http://www.youtube.com/watch?v=LCHjmfkBMMA
Nessun commento:
Posta un commento