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DESIGN 2013/14 n 1 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
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DESIGN 2013/14 n 2 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
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venerdì 3 gennaio 2014

Il Design di Vico Magistretti *

Il Design di Vico Magistretti 
Foto 1 – Vico Magistetti
 “Design è anche guardare gli oggetti di tutti i giorni con occhio curioso”.
Ludovico Magistretti conosciuto e chiamato Vico, nasce a Milano il 6 ottobre 1920. Proviene da una famiglia di architetti da molte generazioni. Nel 1945  si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano e inizia subito l'attività professionale. Nel 1946 partecipa alla mostra della R.I.M.A. (Riunione Italiana per le Mostre di Arredamento), tenutasi presso il Palazzo dell’Arte, con alcuni piccoli mobili quasi self made e successivamente, nel 1947 e nel 1948 , insieme a Castiglioni, Zanuso, Gardella, Albini e altri, partecipa alle mostre organizzate da Fede Cheti, creatrice di tessuti per l’arredamento, nel proprio atelier. Tra il 1949 e il 1959, nella Milano della ricostruzione, Magistretti progetta e realizza in collaborazione con altri architetti circa quattordici interventi per l’INA - Casa. 
Nel 1960, durante la XII edizione, cura con Ignazio Gardella la sala introduttiva della mostra “La casa e la scuola”; in questi anni la particolare attenzione rivolta al tema della casa e dell'abitare finirà per monopolizzare la sua attività di architetto, facendogli mettere a punto un linguaggio estremamente espressivo. Magistretti è uno dei padri del cosiddetto Italian Design, fenomeno che lui stesso definisce “miracoloso” e che si è potuto verificare solo grazie all'incontro di due componenti essenziali: gli architetti e i produttori.  A partire dalla fine degli anni ‘60 collabora con produttori d’eccezione, tra cui Artemide, Cassina e Oluce, realizzando per loro oggetti che rimarranno dei "classici" della produzione contemporanea; come la Lampada Dalù per Artemide (1965), ancora oggi  presente nel Catalogo Artemide aggiornata con nuove varianti cromatiche.  
da: Fondazione Magistretti webhttp://www.vicomagistretti.it/it/la-vita/biografia

Foto 2 – Lampada Dalù - Anno 1965
Per la Lampada Dalù, Magistretti lavora sulla modellazione della forma, così ottiene un unico pezzo in abs stampato che funge sia da base di appoggio che da calotta semisferica contenente la lampadina che emette luce diretta ma senza abbagliare. Il designer pone grande attenzione alla qualità formale e al dettaglio, ponendo come obiettivo la forma da ottenere da rendere funzionale all'oggetto. Nella Dalù non si può parlare di luce nera perché la fonte, nonostante sia oscurata in buona parte dalla calotta, è visibile dall'utilizzatore. Anche in questo oggetto il designer sceglie di lavorare con delle parti di sfera, tuttavia inserisce dei raccordi più complessi sfruttando le possibilità che il materiale gli offre.

Il pensiero di Magistretti

In un’intervista per il Corriere della Sera illustrato del 31 Dicembre 1977 con articolo dal titolo:
Cosa c’è dietro l’angolo del << Design>>
Magistretti risponde:
<< Mi sono sempre piaciuti gli oggetti fatti di niente, quasi dei concetti espressi nello spazio col minimo dei materiali e col minimo sforzo apparente. Penso, infatti, che un oggetto di buon disegno debba durare sempre, al di fuori di ogni moda, moda che riportata nella produzione degli oggetti è il sistema migliore per uccidere l’immagine del “disegno italiano”.  A distanza di tempo, malgrado ogni critica sul piano ideologico, possiamo, infatti, affermare che “ il disegno italiano” ha una sua immagine ben precisa, forte e diffusa nel mondo. Certo che “dietro l’angolo” c’è una modificazione profonda di tutto: dei consumi, della produzione, della distribuzione, delle parole stesse. Bisogna ora disegnare per un mondo che è cambiato, che rifiuta il provvisorio e il throw – away (buttare – via), che è più informato e più colto e che vuole intensificarsi in quello che è, in un mondo più duro, più autentico.
Il famoso “industrial design” non è mai quasi esistito. Il mondo ha sempre più bisogno di una poesia dell’autenticità: prima pensavamo che è bello ciò che è utile, ora sappiamo che è utile ciò che è bello>>.

Vico Magistretti fu scelto nel 1986 come miglior designer della Royal London School of Arts, dove insegnava; nello stesso anno il 4 aprile  gli fu rivolta un’altra intervista per La Stampa, in cui fu riportata con l’articolo dal titolo: Professione designer di Gian Paolo Boetti.

Boetti: Che cos’è per lei il design?
Magistretti: … << Da un punto di vista squisitamente linguistico, dovrebbe essere un processo in cui progettazione, ideazione e produzione s’incontrano a metà strada per produrre un oggetto. Il design, non si sa bene perché in tutte le lingue si chiami così …
Sarebbe facilissimo, per esempio, chiamarlo in italiano disegno, no?, invece il design definisce qualcosa che ha poco a spartire con il disegno.
Il design è un progetto che cerca di fondere nella sua incertezza, nella sua essenzialità, le caratteristiche visuali di un oggetto alle caratteristiche produttive>>.
Boetti: Cioè è finalizzato alla produzione industriale, alla riproducibilità?
Magistretti: << Alla riproducibilità: l’oggetto di design dev’essere comunque prodotto in numero, grande grandissimo medio o piccolo, ma in numero. In questo senso è esattamente il contrario del disegno del pezzo unico, caratteristica principe dell’artigianato>>.
Foto 3
Boetti: Da che cosa nasce la voglia di design?
Magistretti: << Il designer nasce dall’interesse sempre crescente, direi a partire dal dopoguerra, per l’immagine degli oggetti: non si accetta più un automobile brutta, una radio brutta, un rasoio brutto … È  intervenuta questa coscienza, diciamo dell’immagine che è un fatto molto stimolante.
… Il design in Italia è stato inventato dagli architetti, perché hanno dovuto negli anni 55 – 60, confrontarsi con la realtà: costruendo case hanno creduto di non trovare sufficiente materia per arredarle, cioè renderle funzionali, se non creando queste cose …>>.                                                                         
Boetti: Secondo lei quella del designer è una professione che si può consigliare?
Magistretti: << È una professione molto rischiosa, come è molto rischiosa la professione dell’architetto …
… Il rischio di affrontare questa professione, chiamandola creatività, è un pochino come quello della carriera concertistica. Molta gente suona bene il pianoforte, però di Benedetti Michelangeli, di ottimi pianisti da concerto, ne escono pochissimi … chi si pone sul mercato come creativo ha poche alternative. O riesce o non riesce. E per uno che riesce diecimila falliscono>>.

Per Magistretti il design è l’Idea. È un concetto. Lui stesso dice: << l’oggetto deve avere un senso. Ma, per raggiungere questo risultato, deve essere il cervello a guidare la mano di chi progetta. Insomma, il design è tutto nella testa. Per mia fortuna, non ho mai disegnato bene e, così, non mi sono lasciato sedurre dalle sirene del bel disegno … il bel disegno – tradotto nella realtà o nella concretezza dell’oggetto – non conta nulla. Contano solo le idee … chi ha fatto il design italiano, si è preoccupato di ben altro: di ideare oggetti che possano essere usati dalla gente. E per questo, disegnare bene non è affatto necessario>>.
da Massimo di Forti, Ma lo stile è una grazia/ Incontri/ a colloquio con V.M., uno dei maggiori protagonisti del design italiano -  web: http://www.vicomagistretti.it/PDF/PDF%20Interviste/19900107_Messaggero.pdf
Foto 4
<< Gli oggetti debbano avere sempre un preciso significato >>
<< È difficilissimo fare le cose che sembrano semplici >>
<< Si impara dagli errori>>
La <<semplicità>> è una delle idee che lo hanno maggiormente guidato in oltre quarant'anni di design. << È difficilissimo fare le cose che sembrano semplici>> questo ripete nelle varie interviste senza stancarsi mai; e dice anche con estremo trasporto che le cose semplici sono sempre il risultato di un’estrema complessità.  video 1: "La semplicità complessa" - Ultrafragola Channels TV - Vico Magistretti, la semplicità complessa; video 2: "Magistretti: L'intervista" - Ultrafragola Channels TV - Magistretti :l'intervista.
                                                                       
Foto 5 - Video: La Semplicità Complessa 
<<Ma lo stile è una grazia>>
… Trovare un proprio linguaggio, un proprio modo di esprimersi è una grazia …
Vico Magistretti è stato uno dei più illustri esponenti di quel fenomeno culturale e produttivo, l’Italian Design, che ebbe inizio nell'immediato dopoguerra e lanciò lo stile della casa italiana nel mondo.
Un periodo magico per il design italiano caratterizzato dallo speciale rapporto tra produttori e designers, fondato su una stretta collaborazione, che ha fatto del design italiano un fenomeno unico al mondo per dinamicità,  ricerca e per durata nel tempo.
La sua opera copre un arco di oltre cinquant'anni disegnando alcuni tra i prodotti più significativi della produzione di serie: sedie, lampade, tavoli, letti, cucine, armadi, librerie, oggetti reinventati nell'uso e nelle forme, secondo lo stile misurato ed elegante di Magistretti.
Quasi tutti sono ancora in produzione e continuano a essere dei bestsellers. A conferma che "un oggetto di buon design deve durare a lungo, 50 o anche 100 anni", come sosteneva  lo stesso Magistretti.

FONTI ICONOGRAFICHE:  

4 commenti:

  1. molto bene Vincenza: questo post, come gli altri 3 del medesimo genere andrà nel banner "approfondimenti": questo sulla personalità di un autore eccezionale di cui abbiamo trattato e di un suo prototipo per noi nuovo e valido.
    molto brava.
    cp

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  2. Grazie! Si può anche vedere il video MAGISTRETTI: L'INTERVISTA al seguente link: http://ultrafragola.tv/it/03280/150/page.html - che segue il video: VICO MAGISTRETTI, LA SEMPLICITA' COMPLESSA.
    vt

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